Il percorso si inoltra nell’abitato di S. Pietro Cusico percorrendo la via XXV Aprile e quindi la strada comunale che porta al Cimitero e successivamente alla Cascina Cusico. In questo tratto è stata recentemente realizzata una pista ciclabile in sede propria a lato della carreggiata stradale.
Dalla Cascina Cusico il tracciato principale si stacca dalla strada comunale per addentrarsi all’interno dei terreni agricoli: il percorso ciclopedonale, recentemente realizzato, ha le caratteristiche di strada rurale con due ponti di superamento del Cavo Moggio.
Il percorso raggiunge il nucleo di Zibido all’altezza del “Castello” (casa Negri) e si snoda nel centro abitato lungo strade urbane a basso volume di traffico, passando dalla chiesa di S. Maria Assunta. Superata la via Longarone il percorso si dirige, passando a fianco della Ca’ Grande, verso Casiglio. La strada che porta al nucleo di Casiglio rappresenta un ottimo esempio di sistemazione di strada vicinale con il filare di pioppi su un lato, la roggia e la visuale aperta sul paesaggio agrario dall’altro lato; la sezione ed il fondo stradale sono adeguati al passaggio ciclabile. Il sovrappasso sulla Autostrada A7 Milano-Genova è asfaltato e in buone condizioni.
Raggiunto Casiglio l’itinerario prosegue fino all’Alzaia del Naviglio Pavese lungo strade poderali con fondo stradale sterrato, ma è in corso di realizzazione un percorso ciclabile, che permetta un accesso più diretto al Naviglio.
L’accesso all’Alzaia del Naviglio Pavese avviene nei pressi del nucleo di Badile. L’itinerario principale prevede tre possibilità di percorso: volgere verso sud in direzione di Binasco , dirigersi verso nord in direzione del nucleo di Moirago o sovrapassare il Naviglio e proseguire verso Basiglio.
Dal percorso principale si dipartono numerosi itinerari secondari.
In prossimità dei laghi Carcana, si diparte un percorso secondario che costeggia il lato sinistro del lago occidentale, attraversa aree di nuova forestazione e sovrapassando la roggia Colombana, raggiunge un fontanile oggetto di lavori di riqualificazione ambientale, con ripristino della testa e dell’asta e futura sede di un’area didattica; da qui costeggiando l’asta si arriva all’abitato di Zibido e ci si riconnette al percorso principale nei pressi del Castello.
A nord dei laghi Carcana è, inoltre, possibile raggiungere la Stazione di ambientamento Cicogne, recentemente realizzata lungo la roggia Colombana.
Raggiunta via Longarone è possibile percorrerla in direzione est e, una volta sovrapassata l’Autostrada A7, piegare verso nord in direzione della Cascina Luisa e da qui dirigersi verso Salterio per ricollegarsi all’itinerario proveniente da Santa Marta.
In prossimità dell’abitato di S. Giacomo dal percorso principale si stacca un itinerario secondario, che attraversato il centro abitato, in prossimità della chiesa di San Giacomo, offre due alternative: dirigendosi verso sud si raggiunge il nucleo di Pioltino e da qui, piegando verso ovest, si toccano la cascina Vigonzino, la cascina Mandrugno e si giunge a Mairano, in comune di Noviglio.
In alternativa ci si dirige verso ovest in direzione di cascina Femegro e da qui si raggiunge il nucleo di Tavernasco in comune di Noviglio.
Da fonte bibliografica si apprende che il nucleo di proprietà, tra privati ed enti religiosi.
La chiesa, particolarmente imponente rispetto all’aggregato rurale, sorse nel XV secolo, forse per volere di quel Francesco Birago che fece costruire anche la chiesa di Mettone a Lacchiarella. L’aspetto attuale della chiesa risale comunque ad interventi del XVIII secolo.
I Laghi Carcana consistono in quattro distinti specchi d’acqua, derivanti da attività di cava dismessa. Nei due laghi centrali è insediata una attività ricreativa di iniziativa privata, fondamentalmente basata sull’esercizio della pesca. Attualmente è in fase di realizzazione un progetto di riqualificazione del lago più occidentale, a sostegno delle potenzialità naturali espresse dalle rive e dalla vegetazione già presente. Gli interventi consistono in opere di forestazione e realizzazione di percorsi ciclopedonali e di aree di loisir.
Ancor oggi sede di una azienda agricola, la cascina Cusico, con il palazzetto padronale in posizione preminente è registrata nelle mappe del catasto Teresiano, come parte di un nucleo rurale costituito da due corti a cavallo della strada e da un molino.
Il complesso castellano di Zibido sorgeva isolato a nord del nucleo comprendente la chiesa parrocchiale: oggi, raggiunto dalle espansioni dell’abitato, mantiene, anche grazie ad un ampio giardino, una posizione leggermente defilata dal “nuovo”. La tipologia edilizia e la qualità della costruzione lo fanno risalire all’epoca Viscontea, e non si esclude che, come la Ca’ Grande, esso facesse parte dei beni dei Pusterla, poi confiscati da Gian Galeazzo Visconti e donati alla Certosa di Pavia.
I terreni e i cascinali corrispondenti alla Ca’ Grande sembra siano appartenuti intorno al 1300 alla chiesa Milanese di San Giorgio al Palazzo, l’intera area era conosciuta attorno al 1325 come bosco per la caccia dei Duchi di Milano.
Al 1450 è documentata l’appartenenza della Ca’ Grande alla famiglia dei Pusterla, che fecero costruire la “casa di caccia”, oggi l’edificio più importante dell’intero complesso (vincolo monumentale). I beni dei Pusterla, confiscati dai Visconti, passarono alla Certosa di Pavia e di seguito a diversi proprietari.
Si accede alla corte attraverso un torrione quattrocentesco, fiancheggiato da rustici ed abitazioni minori: al centro della corte, trasformata in giardino, l’edificio da caccia con grande camino esterno, finestre con decorazioni in cotto e una ruota da molino sulla facciata ovest. All’interno, un grande vano centrale e quattro locali minori, arredati con cura dagli attuali proprietari, con mobili e oggetti d’epoca.
Storicamente legata alla Ca’ Grande dalla stessa strada rurale che oggi supera l’autostrada, le cascine Casiglio. Esse costituivano nel settecento comune autonomo, tra Zibido e Badile. Il collegamento con la ex cascina Pelucca e l’alzaia del Pavese risale quindi alla costruzione del Naviglio, nel primo decennio dell’ottocento.
(da Camminando sull’acqua)