Il percorso principale si snoda a partire dalla SP 59, Vecchia Vigevanese, percorrendo strade comunali interne al centro abitato e una volta raggiunta la cascina Baitana utilizzando il percorso ciclabile, recentemente realizzato, che porta alla Madonna del Dosso. Proseguendo in direzione est, lungo una strada rurale con fondo sterrato, si raggiunge la cascina Cantalupo e da qui, tramite strada asfaltata, si entra nella proprietà del Lago Boscaccio.
Raggiunta la Cascina Boscaccio, utilizzando la strada interna alla proprietà, il percorso segue il limite dell’area di cava fino al confine con il territorio di Zibido. In questo tratto si costeggia un interessante area naturalistica, oggetto di un progetto di riqualificazione delle superfici a canneto. Proseguendo verso sud si raggiunge la cascina Mirabello, utilizzando una strada rurale con fondo in graniglia fine, che permette il passaggio in condizioni agevoli sia alle biciclette, che ai mezzi agricoli.
Allontanandosi dalla cascina il fondo mantiene le medesime caratteristiche, fino a raggiungere un importante fascio di rogge, bordate da una fitta vegetazione e in posizione trasversale rispetto alla direzione del percorso: il superamento delle rogge è possibile tramite una serie di ponticelli recentemente realizzati.
Il percorso prosegue lungo strade poderali in buone condizioni, oggetto di opere di riqualificazione per il corretto uso ciclabile, fino a raggiungere la strada comunale che da San Pietro Cusico porta alla Cascina Torre. La strada comunale presenta discrete condizioni del manto stradale, peraltro costituito da materiale ghiaioso-sabbioso.
Attraversata la strada provinciale 139, interessata da discreto traffico veicolare, il percorso si inoltra nell’abitato di San Pietro Cusico, percorrendo la via XXV Aprile, fino a riconnettersi al percorso proveniente da Buccinasco.
Dal percorso principale si dipartono numerosi itinerari secondari, che utilizzando strade comunali asfaltate a basso traffico veicolare, permettono di attraversare tutto il territorio comunale, toccando numerose cascine e nuclei di interesse paesistico e storico-monumentale.
Fra tutti ricordiamo il percorso che dalla cascina Baitana raggiunge la Cascina Grande, da cui si aprono tre diverse possibilità:
- proseguire verso ovest in direzione del nucleo di Barate e da qui raggiungere Vigano, fermandosi a visitare la Certosa, e, tramite la pista ciclabile di prossima realizzazione, ritornare sull’Alzaia del naviglio Grande;
- dirigersi verso la cascina Villandolo e da qui raggiungere la cascina Cantalupo in direzione nord o la cascina Doresano in direzione sud, per connettersi, in entrambi i casi, al percorso principale proveniente dal lago Boscaccio;
- dirigersi verso sud in direzione di Tainate ed immettersi sui percorsi in comune di Noviglio.
Arrivando in Gaggiano dall’Alzaia del naviglio Grande si incontrano alcuni edifici di notevole interesse storico architettonico: Villa Venini-Uboldi, fatta edificare dai Nobili Venini a partire dal 1719, noto anche come Palazzo Uboldi dal nome della famiglia che lo possedette tra il XIX e il XX secolo. Sul fronte a lato sinistro dell’edificio, è aperto un oratorio in pregevole stile barocco (1750/1773) dedicato a San Francesco D’Assisi e dotato di un campaniletto con quattro campane (1758); Villa Marino, con accesso a esedra sulla riva sinistra del Naviglio Grande, fatta costruire nella prima metà del XVI secolo dagli Stampa-Marchesi di Soncino in luogo di una preesistente casa degli Arcimboldi, modificata nel corso del 1700 con l’aggiunta di un salone e di un portico a cinque luci; Palazzo Stampa realizzato nel XVI secolo probabilmente su un precedente edificio, dal Marchese Stampa di Soncino e dato in abitazione alla famiglia del Nobile Bernardino dé Figini. Attualmente è sede del Municipio.
Il Santuario S. Invenzio, edificato tra il 1618 e il 1624, sorge sull’area delle precedente chiesa medioevale (già parrocchia dal 1262) di cui venne conservata la torre campanaria. È stata ristrutturata ed ampliata nel 1758-1759.
La cascina Baitana ha sempre fatto parte del territorio agricolo legato al nucleo di Gaggiano: di probabile impianto a corte aperta seicentesco, era dotata di un molino, di cui rimangono tracce nei manufatti in pietra esterni alla testata del corpo principale. Sede ancor oggi di una azienda agricola attiva, mantiene intatto il rapporto con il paesaggio agrario.
Il nome di “Dosso Borini”, con cui è spesso registrata, sembra riferirsi ad una località, oggi scomparsa, chiamata Iborino e citata, assieme ad altre riconoscibili nel territorio di Gaggiano, in una pergamena del 1272, confermata circa settecento anni dopo come luogo di incontro di un gruppo di proprietari o agricoltori.
Il nome di Iborino, come luogo abitato, scompare dai documenti tra il XIII e il XIV secolo, rimane solo per indicare una campagna fra i possedimenti di Cantalupo. La cascina e il molino Cantalupo sono presenti nelle mappe settecentesche del catasto Teresiano, dalle quali risulta la presenza di due molini nella stessa località, uno interno alla cascina, l’altro, esterno (oggi visibile sul lato ovest della strada) appartenente ad un monastero milanese. Ciò è probabilmente dovuto sia alla intensa coltivazione del riso fin d’allora presente nella zona, sia alla considerevole portata d’acqua della roggia Cassana.
La cascina Boscaccio oggi affaccia su un grande lago da cava: è sede di attività ricreative, quali l’equitazione, servizi per manifestazioni e convegni, nonchè visite guidate alla zona naturalistica, che, attentamente ricostruita, ospita una interessante varietà di volatili e pesci. La cascina è descritta nel catasto Teresiano con il nome di “Buscazza”, come “cassina con molino e pila”, dotata di un orto e un “brolo” e forse anche di una piccola cappella isolata.
Lo stato di conservazione dell’intero complesso è ottimo e la trasformazione subìta, derivata dalla più imponente trasformazione territoriale, dovuta all’attività estrattiva, non ha alterato gli elementi architettonici del complesso e costituisce un esempio interessante di “riambientazione” dell’insediamento, al cessare dell’attività originaria.
Il molino e la cascina Mirabello ad esso connessa hanno subito negli anni recenti profonde trasformazioni. Nonostante ciò, l’insediamento mantiene ancora un buon rapporto visivo con la campagna circostante, sia per la posizione isolata, sia per il fatto di aver mantenuto alcuni caratteri qualificanti delle strutture originarie e rappresenta comunque un punto significativo lungo la dorsale principale del progetto. Così l’arco e l’impianto in pietra che reggeva le ruote del molino sulla roggia Rossolo, sono ancora perfettamente visibili, e le pareti esterne della cascina mantengono forme e materiali originari.