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Le Origini

Il più antico documento riguardante Segrate che è stato rintracciato risale all’anno 830 d.C., ed è contenuto nel Codex Diplomaticus Longobardiae, una raccolta di atti pubblici e privati. L’oggetto del documento, redatto nel Monastero di Sant’Ambrogio, è uno scambio di terreni situati a Cologno. Tra i vari soggetti che partecipano all’operazione giuridica é citato un certo Giovanni di Rovagnasco, che può essere considerato il più antico abitante di Segrate di cui si ha sicura memoria.

Il fatto che le prime documentazioni risalgano soltanto al secolo IX non ci impedisce di fare alcune considerazioni e ipotesi sulla Storia di Segrate del periodo precedente. A questo fine un grosso contributo viene dato dalla toponomastica, una disciplina che studia, nella loro origine etimologica, i nomi dei luoghi. Lo studio del toponimo Segrate mette subito in evidenza una analogia con molti altri nomi di città situate in Lombardia, tutti terminati in -ate.

Questa desinenza è stata infatti aggiunta, a seconda dei casi, ai nomi dei proprietari delle terre della zona, oppure al nome di un fiume o di un tipo di coltura particolarmente frequente nel territorio. Ecco quindi che, per esempio, il toponimo Linate deriva dalla coltivazione del Lino, Lambrate dal fiume Lambro, ecc.

Per quanto riguarda il nome della nostra città sono state fatte diverse ipotesi. Alcune collegano il toponimo Segrate al nome proprio latino di un presente proprietario di terreni della zona, un certo Scurus. Altri lo fanno discendere sempre dal temine securus , inteso però come nome comune che significa luogo tranquillo e sicuro. Infine c’è chi sostiene che la desinenza -ate sarebbe stata aggiunta alla parola segalis o al verbo secare. Di conseguenza il toponimo Segrate si riferirebbe o alla coltivazione della segale oppure al taglio del fieno, e sembra che queste ultime interpretazioni del nome della nostra città siano da considerare le più corrette.

Gli studiosi di toponomastica che si sono interessati di Segrate sono giunti anche ad un’altra conclusione. L’analisi del nome ha fatto loro a fermare che, con ogni probabilità, il nostro è un centro sorto dopo la conquista della Gallia Cisalpina da parte dei Romani, avvenuta in seguito alla Guerra Gallica (224-222 e 201-191 a.C.). La Gallia Cisalpina fu interamente romanizzata per mezzo delle colonie dopo il 191 a .C., ed è quindi a partire da questa data che possiamo individuare le origine di Segrate.

Prima di concludere questo paragrafo sarà opportuno soffermarsi sull’origine dei nomi delle frazioni del nostro Comune. Il toponimo di Novegro deriva probabilmente da novetulum o noveto, parole che si riferiscono al raccolto del fieno (è quindi possibile individuare una analogia con la probabile origine del nome di Segrate). Per Tregarezzo gli studiosi colgono una derivazione dalla parola trewna, che significa luogo tranquillo e punto di sosta. Per Redecesio le interpretazioni sono due: alcuni ritengono che il nome sia frutto dell’unione dei due termini Re (rivo) + de scés (di siepe), oppure Red (rete) + scés (siepe); per altri invece il toponimo si riferirebbe allo scricciolo, una specie di uccello un tempo molto diffuso nel milanese , chimato in dialetto Re de Sces (re di siepi).Ravagnasco è invece una derivazione dal nome gentilizio Rubenius.

La denominazione assunta dal quartiere residenziale di S. Felice trae origine dal fatto che in corrispondenza ad esso sorgevano un tempo una chiesetta ed una cascina intitolata a questo santo.Evidente, infine, l’origine del quartiere delle Lavanderie sorto negli anni trenta, per iniziativa della cooperativa lavandai di Milano, in una zona scelta per la particolare purezza delle acque.

SEGRATE: CENTRO DI VITA CIVILE E RELIGIOSA NEL MEDIOEVO

Quando si apre quel periodo storico chiamato Medioevo, che convenzionalmente è compreso fra la caduta dell’Impero Romano e la scoperta dell’America, Segrate doveva presentarsi come un importante punto di riferimento e di vita civile per molti dei paesi vicini. E lo dimostra il fatto che, intorno al V-VI secolo, divenne anche sede di una Pieve che può essere considerata fra le più antiche delle Diocesi di Milano. La Pieve era intitolata a Santo Stefano, una dedicazione che ci è molto utile per risolvere alcuni problemi di carattere cronologico.

Ma procediamo con ordine e vediamo di chiarire in primo luogo che cos’è una Pieve. Il termine deriva dalla parola latina plebs, che in un primo tempo fu utilizzata per indicare la comunità dei battezzati, e successivamente l’istituto unitario che ne derivava. Nel medioevo (e questo è il dato che più ci interessa), in una zona della penisola comprendente l’Italia settentrionale e parte della centrale, per Pieve si intendeva in particolare la chiesa battesimale matrice di tutte le altre chiese minori. Si spiega così la frequente presenza di questo termine nei toponimi di alcune città come Pieve Ligure, Pieve di Cadore, Pieve d’Alpago, per non parlare poi dei centri vicini a Segrate come Pieve Emanuele.

Le Pievi si diffusero a partire dei primi anni del secolo V, contemporaneamente al sempre maggiore affermarsi della religione cristiana nelle campagne. In questo modo le popolazioni potevano disporre di un centro, più vicino di Milano, dove recarsi per ricevere i sacramenti ed in particolare il Battesimo, che veniva amministrato nel Battistero contiguo alla Chiesa. Le Pievi si svilupparono presso quei centri abitati che avevano già assunto una certa importanza, in quanto si esercitavano i diritti di amministrazione giudiziaria e di mercato , o perché erano sede, a seconda dei casi, di distretti amministrativi, stazioni di posta, insediamenti di carattere agricolo. Si può desumere che proprio quest’ultimo fosse il caso di Segrate, dove sorse la Chiesa Pievana dedicata a Santo Stefano, probabilmente nello stesso luogo in cui si trova attualmente l’omonima Chiesa.

Abbiamo detto che Segrate divenne centro di una Pieve intorno al V-VI secolo, un’ipotesi che è impossibile sostenere facendo riferimento al periodo in cui ebbero maggiore diffusione le dedicazioni a Santo Stefano. Nel milanese, i primi santi venerati furono San Vittore, San Felice e San Nabore. Quando cominciò la diffusione delle Pievi, avvenuta inizialmente nelle zone periferiche della Diocesi da dove era più difficile raggiungere la città episcopale, furono quindi questi i santi oggetto di dedicazioni. Ed infatti le Pievi medioevali della Diocesi di Milano, intitolate a San Vittore, si trovavano in località (come Cannobbio, Varese, ecc) lontane dal capoluogo lombardo.

Successivamente, tra il V ed il VI secolo, sorsero in località più vicine a Milano, le Pievi dedicate ai Santissimi Gervaso e Protaso, a Sant’Eufemia ed a Santo Stefano. Il culto di quest’ultimo si era infatti particolarmente diffuso in questo periodo, dopo il ritrovamento delle reliquie, ed infatti nella sola Diocesi di Milano gli furono dedicate ben 13 Pievi. Sempre nel secolo VI sorsero le Pievi dedicate a San Vincenzo e San Lorenzo. Infine, dopo l’invasione longobarda avvenuta nella seconda metà del sesto secolo, le Pievi furono dedicate ai santi che erano particolarmente venerati presso questo popolo, e cioè San Michele, Santa Maria, San Giorgio, San Giovanni Evangelista, San Pietro e San Giovanni Battista.

Come abbiamo detto sopra la Pieve era la Chiesa matrice di altre che vi facevano riferimento. Sulla base di un documento, risalente alla fine del secolo XIII, è stato possibile per gli studiosi definire l’estensione geografica delle antiche Pievi della Diocesi di Milano, indicando anche le località minori che gravitano intorno al Centro Pievano. Si tratta del Liber Notitiae Sanctorum Mediolani, redatto da un certo Goffredo da Bussero che provvide fra l’altro a trascrivere il nome del Santo titolare delle varie località della Diocesi.

Nel documento Segrate risulta come una Pieve abbastanza estesa, comprendente le località di Calvairate, Campolungo, Castagnedo, Cassignanica, Cavriano, Cimiano, Corte Regina, Pantigliate, Pioltello, Rovagnasco, San Bovio, Tregarezzo, Turro e Vigliano. Secondo le indicazioni di Goffredo da Bussero, a Segrate si trovavano, oltre a quella di Santo Stefano, altre due Chiese una l’una a Sant’Agata e l’altra a San Giovanni Apostolo. Per le altre località che attualmente fanno parte del comune di Segrate, l’autore del documento indicava i seguenti santi, ai quali erano dedicati chiese ed altari: Santa Maria per Novegro; San Silvestro e San Silvestro e San Vittore per Rovagnasco, San Michele per Tregarezzo.

Come si può notare il liber notitiae non menziona, a proposito della Pieve di Segrate, San Felice e Redecesio. Per quanto riguarda San Felice, i documenti che parlano di una chiesa e di una cascina che portano questo nome risalgono soltanto al secolo XVI. Per essere più precisi questo piccolissimo centro viene indicato nelle testimonianze del 1500 come Pilastrello di San Felice, ed era situato ad una distanza di due miglia dal centro Pievano. Redecesio ha invece vissuto dal punto di vista religioso (come da quello civile) delle vicissitudini particolari, distinte da quelle di Segrate. L’attuale frazione di Segrate aveva infatti una distinta Prepositura che ad un certo momento fu attribuita ad un laico, un certo Conte Balbiano. Alla sua morte, avvenuta nella prima metà del secolo XVI, la Prepositura fu unita dal Pontefice Pio IV al Seminario arcivescovile di Milano.

Segrate fu quindi nel Medioevo un importante punto di riferimento per la vita civile e religiosa delle popolazioni circostanti. Di nessun rilievo è invece il ruolo politico esercitato nel passato dalla nostra città, che si è limitata a vivere di riflesso la storia della Lombardia e, soprattutto, della vicina Milano. Si tratta di vicende importanti che però non possiamo che ripercorrere in termini molto generali, per evitare di uscire dai confini del nostro lavoro. In primo luogo non può essere considerata avventata l’ipotesi che Segrate sia stata coinvolta, come tutti i paesi del contado, nei principali eventi bellici vissuti da Milano. Quando per esempio, Attila distrusse Milano nel 453 d.C., è estremamente probabile che anche i principali paesi della campagna circostante, compresa Segrate, siano stati presi di mira dalla furia distruttrice delle orde barbariche. Un altro momento importante della storia di Milano che ci può interessare è quella della costituzione del libero regime comunale, che gli imperatori furono costretti ad accettare nel 1045. Le città vicine, gelose della superiorità esercitata da Milano, fecero ricorso a Federico Barbarossa che distrusse la città nel 1162 dopo un anno di assedio. Documenti storici ci dicono che i soldati di Barbarossa furono autori di vari saccheggi ed atti di violenza anche a Segrate.

Successivamente, nel 1227, la Signoria Guelfa fondata da Pagano della Torre viene sostituita a Milano da quella Ghibellina dei Visconti, che ottengono il titolo ducale con il Gian Galeazzo. Ai Visconti seguirono gli Sforza, che mantennero alto lo splendore del Ducato fino all’arrivo dei Francesi, Segrate , naturalmente, faceva parte del Ducato di Milano, e ne seguì le vicende, compresa la conquista francese cui succedette nel 1535 la dominazione spagnola. E non a caso fu proprio uno spagnolo, un certo don Pietro Maria De Herra, a diventare Prevosto della Chiesa di Santo Stefano in Segrate il giorno 21 gennaio 1583. All’interno del Ducato Segrate era compresa nel feudo di Melzo, dei Principi Trivulzio. Si trattava di un’antica famiglia il cui rappresentante più famoso fu Gian Giacomo, un condottiero che combatté al servizio di Ludovico il Moro, poi degli Aragonesi di Napoli, ed infine di Carlo VIII di Francia, dal quale fu nominato Maresciallo di Francia e governatore del Ducato di Milano.

Estintisi i Trivulzio nel 1679, il feudo di Melzo divenne di proprietà di Carlo II re di Spagna (in quel periodo era infatti ancora in corso la denominazione spagnola) e la Camera Ducale decise di dividerlo in feudi. Nacque così anche il feudo di Segrate (comprendente Bettolino Freddo, Cassina Gallarana, Novegro, Olgia Vecchia, Olgetta, Olgettina e Cassina Pissina), che fu acquistato 10 anni dopo dalla famiglia Colombo, che lo mantenne fino al 1798. Per quanto riguarda le altre frazioni del nostro Comune che non furono inserite nel feudo di Segrate, sappiamo che San Felice e buona parte delle terre di Tregarezzo andarono a fare parte del feudo di Pantigliate, appartenente ai Del Pozzo, mentre Rovagnasco e Redecesio costituirono dei feudi a sé. L’attuale territorio del Comune si presentava quindi, alle soglie del 1700, diviso in piccole entità ben separate fra loro. Il periodo Napoleonico portò l’abolizione del feudo e la suddivisione del territorio in tre distinti comuni: Segrate, Rovagnasco e Novegro. Solo dopo la nascita del Regno d’Italia il territorio venne unificato, con un decreto datato 21 giugno 1869, e nacque il Comune di Segrate con l’estensione che ha tutt’oggi.All’inizio del nostro secolo Segrate aveva circa 2000 abitanti, tutti dediti all’agricoltura. In seguito vennero create cave di ghiaia e sabbia per materiali edili e per formare la massicciata della linea ferroviaria che ancora oggi taglia il territorio comunale formando tra il 1927 e il 1930 per creare l’idroscalo (in parte nel comune di Peschiera Borromeo), vasto bacino artificiale per l’ammaraggio degli idrovolanti attualmente l’idroscalo è al centro di una zona ricreativa (Il parco azzurro) di proprietà della Provincia di Milano. A fianco dell’idroscalo sorse l’aeroporto Forlanini: la stazione aeroportuale è nella frazione di Novegro.

Nel 1925 si iniziò a costruire il quartiere di Lavanderie, ad opera di una cooperativa di lavandai di Milano; nel 1961 Segrate aveva 6950 abitanti. Pochi anni prima era iniziata la costruzione del centro residenziale Villaggio Ambrosiano. Nel decennio successivo scompaiono quasi tutte le grandi cascine per far posto a grandi insediamenti residenziali, come Milano 2 e San Felice, e del terziario come (solo per maggiori) Mondadori, IBM, 3M, oltre al gruppo Fininvest – Canale 5 che ha parte dei suoi uffici a Milano 2. Negli anni’80 la previsione dell’apertura del grande centro doganale presso la ferrovia portò all’insediamento di numerose aziende di trasporti e alla costruzione del grande centro per il terziario avanzato denominato Milano Oltre. 

COSA VEDERE

Ex Municipio

Il Municipio di Segrate fu edificato su progetto di Guido Canella e Michele Achilli nel 1966, componendosi di un edificio e una piazza destinata a manifestazioni all’aperto, un monumento e la fontana di Aldo Rossi.

Si tratta di un’importante struttura del Razionalismo italiano, espressione della nuova architettura postmoderna.

Il complesso ottenne la pubblicazione sulle principali riviste dell’epoca e, nel 1969, vinse il Premio nazionale IN/ARCH.

Nel 2010 la Scuola di Architettura Civile del Politecnico di Milano lanciò una Petizione per la salvaguardia del prestigioso edificio, pubblicata sul sito dell’Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Milano.

L’anno successivo l’ex Municipio ottenne dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali il riconoscimento dell’importante carattere artistico ma nel 2013, dopo il trasferimento del Municipio in una nuova sede, la struttura fu oggetto di un profondo intervento di ristrutturazione che, senza il benestare degli autori, ne ha alterato la percezione e i caratteri figurativi originari.

In questo modo la struttura fu adibita a Centro Civico, in cui si trovano la biblioteca comunale e l’auditorium Giuseppe Verdi.

Nel 2014 è stato lanciato un nuovo appello, firmato dalle principali personalità dell’architettura italiana.

[dal sito ecomuseomartesana.it]

INFO
Ex Municipio

Via XXV Aprile, 34
20090 Segrate MI
Visite guidate periodiche; cartelli esplicativi in loco; implementazione delle informazioni sul sito internet del Comune.

COSA VEDERE

Palazzo Niemeyer – Sede Mondadori

Nel 1968 Giorgio Mondadori affida a Oscar Niemeyer l’incarico di progettare il nuovo palazzo dell’azienda editrice per allargare la propria sede.

Il complesso è formato da tre elementi: 

  • il parallelepipedo centrale con leggiadre arcate, che ospita gli uffici e le redazioni dislocati su cinque piani
  • due corpi bassi e sinuosi emergenti dall’acqua, che presentano un planimetria irregolare e ondulata simile ad una foglia
  • un lago artificiale di 20.000 metri quadri.

Sulla destra del lago emerge la scultura Colonna dai grandi fogli di Arnaldo Pomodoro, mentre un grande parco di 190.000 metri quadri, disegno del paesaggista Pietro Porcinai, circonda l’intero edificio.

Nel giugno 2007 è stato inaugurato l’ampliamento della sede Mondadori che ha previsto la completa ristrutturazione di Cascina Tregarezzo, con l’aggiunta di due nuovi corpi di fabbrica a opera dell’architetto Werner Tscholl. Il corpo della vecchia cascina rimane il nodo centrale, ma viene ampliata con due corpi laterali in vetro a forma di ferro di cavallo che ripropone il cortile originario della vecchia cascina.

Nel 2015 il palazzo è stato scelto dal gruppo di artisti Cracking Art come sede di una loro installazione con le figure di cinque animali: il lupo, il suricato, la rana, la chiocciola e la rondine.

INFO
Palazzo Niemeyer – Sede Mondadori

Via Arnoldo Mondadori, 1
20090 Segrate MI