Nell’hinterland milanese, fra Segrate, Peschiera Borromeo e Pioltello, lungo l’asse della Strada Provinciale Rivoltana, la bella pianura tipica del territorio ha visto nascere, nei secoli scorsi, una serie di insediamenti che, con il passare del tempo, sono andati a ramificarsi soprattutto intorno alle cascine agricole già allora esistenti.
Una lontana opera medioevale di bonifica effettuata dai monaci dell’ordine cistercense ha riguardato tutta l’area: una delle cascine di Rodano, Pratomarzo, “prato a marcita”, richiama l’origine della zona. Nonostante oggi Rodano sia una graziosa e funzionale località dove, considerando la vicinanza con la metropoli, sono presenti alcuni insediamenti industriali (ad esempio nella frazione Millepini), essa mantiene il tipico sapore di una volta.
Non mancano estese aree verdi e agricole o opere architettoniche di tutto rispetto come la splendida tenuta di Trenzanesio, mantenuta a parco, con daini e cervi visibili lungo la Rivoltana, attorno ad una villa cinquecentesca che fu dei Litta, e che dal 1955 appartiene alla Famiglia Invernizzi, ora gestita dall’omonima Fondazione. Da segnalare, inoltre, Casa Gola, monastero e poi cascina del XIV secolo, oggi sede dell’Erbario, Museo Botanico della Provincia di Milano/Parco Sud e gestito dall’Associazione Didattica Museale.
Cenni storici
Il comune di Rodano dista da Milano 13 Km; è situato in una fertile pianura umida con altitudine media di 112 m s.m e una superficie di 12,9 Km².E’ costituito da 4 frazioni: Cassignanica, Lucino, Millepini, Pobbiano e Rodano e abitato da 4309 persone (dati al 31/08/2007). E’ inserito nella zona dei fontanili, irrigato da un intrigo di rogge e canali in parte derivanti dal naviglio Martesana. I centri abitati che appartengono all’attuale comune, erano dipendenti in parte dalla Pieve di Segrate ed in parte da quella di Settala; entrambe unite alla Pieve di Gorgonzola, furono raggruppate nel feudo di Melzo. Galeazzo Maria Sforza sancì con Decreto del 9 gennaio 1475 che tutte le terre concesse in feudo a Lucia Marliano fossero svincolate da qualunque obbligo di sudditanza verso la città e il Ducato di Milano, che avessero piena facoltà giurisdizionale sia in campo civile che penale, nonchè il diritto di fregiarsi delle insegne della famiglia Visconti, (con il solenne giuramento, da parte di Donna Lucia, di evitare qualsiasi rapporto con il marito senza aver prima chiesto il consenso e l’approvazione del Duca stesso, pena la perdita dei diritti già riconosciuti). La divisione formale del feudo avvenne nel luglio del 1533. A Gian Fermo toccarono, oltre al castello ed il borgo di Gorgonzola, altre terre tra le quali i luoghi di Inzago, Cernusco, Cambiago, Pessano, Bornago, Cassina de Pecchi, Segrate, Pantigliate, Pioltello e Limito, Lucino e Pra Marzo. Ai fratelli Catelano andarono i borghi di Melzo, Corneliano, Truccazzano, Calvairate, Settala, Premenugo, Liscate, San Pedrino, Vignate, Gudo, Camporicco, Bisentrate, Cascina Bianca, Cascina Meda, Trenzanesio, Cascina Torazza, Retenate, Cascina Brojavacca, Pobiano, Cascina de Occa. Nel 1577 Carlo Emanuele Teodoro Trivulzio succedette al padre Gian Giacomo, al quale fu concesso anche il feudo di Melzo, che tenne però disgiunto da quello di Gorgonzola. Le delegazioni, che oggi costituiscono l’attuale comune di Rodano, seguirono le sorti di questo feudo finché, nel 1692 (con Pantigliate e Cassignanica) fu investito del feudo il marchese Alessandro Del Porro e successori. Nel 1783, alla morte di Anna Caterina Del Porro, il feudo rientrò al Feudo Camerale. Lucino nel 1695 passò in feudo alla famiglia Verri; Trenzanesio fu feudo dal 1688 a Pompeo Litta. Dopo accese controversie, con Regio Decreto del 21 Giugno 1869, Re Vittorio Emanuele II costituisce il Comune di Rodano come lo conosciamo oggi, modificando il precedente Regio Decreto del 17 Gennaio 1869 in cui Caravaggio, Rodano, Briavacca, Segrate e Limito dovevano essere annessi a Pioltello. Il documento è esposto nella Sala comunale di Casa Gola.
Per maggiori informazioni e/o approfondimenti, sono disponibili presso la Biblioteca Comunale “La Storia di Rodano” 1° volume e “Rodano e la sua Storia” CD di Cesare Muratore e Camilla Fossati.
COSA VEDERE
Casa Gola
Tipico esempio di architettura rurale lombarda, Casa Gola risale al tardo–medioevo (1400 circa); rappresenta il nucleo originale dell’abitato rurale a corte chiusa, probabilmente conventuale.
L’edificio presenta pregevoli tratti architettonici e decorativi, un perimetro murario in cotto ed ambienti interni dagli alti soffitti con alcuni disegni a pittura restaurati. Il recente recupero ne consente una fruizione collettiva ospitando il “Polo culturale a carattere botanico” del Parco Agricolo Sud Milano, costituito dall’Erbario della Flora Padana, reso disponibile al pubblico ed in grado di richiamare l’attenzione delle scolaresche allo studio della botanica, e da una piccola biblioteca a sfondo naturalistico che funzionerà anche come punto di informazioni sul Parco e sulla vicina Riserva Naturale delle “Sorgenti della Muzzetta”.
Al primo piano di Casa Gola, in una nicchia usata per riporre le lampade o le candele, è presente un affresco raffigurante una gazza su un ramo. L’affresco è stato scelto, tramite un concorso popolare, come logo della Cultura a Rodano.
INFO
Casa Gola
Via Roma
20053 Lucino, Rodano MI
Villa Litta Invernizzi
La Villa che risale al 1500, con annesso parco, è situata nella frazione Trenzanesio.
Il nome deriva da Retenate o meglio dalla Cascina di Retenate, che ancor oggi si può ammirare in buono stato nella Tenuta Invernizzi in Trenzanesio. La chiesetta di Trenzanesio, le Cascine Torrazza, Bruciata, Trenzanesio e la Villa Litta, ora Invernizzi, fanno parte della Tenuta Trenzanesio.
La villa, a pianta quadrangolare con un salone passante che disimpegna tutti gli altri ambienti e termina in un portico sulla facciata principale, riproduce uno schema tipico di molte ville lombarde. È interessante notare che la villa è disposta ed organizzata lungo un asse in direzione est/ovest, con il giardino contenuto entro un perimetro rettangolare ad occidente ed i rustici con la chiesa, che costituiscono un vero e proprio piccolo borgo, ad oriente.
Il giardino intorno alla villa si è conservato intatto, con la grande peschiera rettangolare alimentata da copiosi fontanili che non seguono il perimetro della casa, ma se ne discostano per lasciare spazio a due piccoli giardini sopraelevati ed appartati immediatamente a contatto con la casa.
Alcuni studiosi ritengono che Villa Litta sia stata eretta nel 1540 a cura dell’architetto Giovanni da Pandemuro, allievo del Palladio; altri sostengono che sia nata esattamente un secolo dopo, nel 1640, per volere di Guido Litta, Vescovo di Milano. In effetti l’unica data certa della quale si è a conoscenza è il 1688, anno in cui Pompeo Litta e la di lui famiglia ottennero l’investitura feudale di Trenzanesio.
Nel 1800 la villa passò per diritto di successione alla Famiglia Greppi. Negli anni ’40 e ’50 fu sede di un colorificio e solo nel 1955 fu acquistata dalla Famiglia Invernizzi. Non essendoci eredi, dopo la scomparsa dei proprietari, la tenuta è passata in gestione ad una Fondazione.
INFO
Villa Litta Invernizzi
20090 Trenzanesio MI
Sorgenti della Muzzetta
E’ il più grande fontanile in provincia di Milano, formato da due teste alimentate da numerose polle da cui l’acqua scaturisce con energia, superando il normale livello, e creando un notevole effetto spettacolare. La presenza di un tratto ricoperto a canneto ha permesso l’insediamento di una discreta avifauna acquatica.
La Riserva si estende sui territori comunali di Rodano e Settala, nella zona est del Parco Agricolo Sud Milano a tutela di un’area che conserva gli elementi tipici del paesaggio lombardo di pianura, ormai scomparsi su larga scala ad opera dell’antropizzazione
La riserva è caratterizzata dalla presenza di 7 fontanili. I fontanili Molino, Vallazza e Regelada formano, con l’adiacente bosco igrofilo, il cuore della riserva. I restanti Nuovo, Busca, Boscana e Schenone, in posizione più periferica, completano il paesaggio della Riserva, introducendo ulteriori elementi di diversificazione ambientale.
Dal punto di vista naturalistico, oltre ai fontanili, è rilevante anche la presenza di un bosco igrofilo, nei pressi delle teste dei fontanili Molino e Vallazza, insediato su di un’area un tempo occupata da un pioppeto coltivato. Qui predomina l’ontano nero al quale si associano anche salici, olmi e qualche farnia.
L’ambiente delle Sorgenti della Muzzetta condivide oggi con gli altri fontanili della pianura lombarda la sorte incerta di una natura assediata, che necessita di tutela.
La vegetazione acquatica nelle teste è abbondante, con la predominanza della sedanina d’acqua, ma comune è anche la veronica d’acqua, mentre notevole è la presenza di Callitriche stagnalis e i verdi tappeti di lenticchia d’acqua. Nei punti dove c’è un po’ di corrente spunta, sopra il livello dell’acqua, il fiorellino giallo di Ranunculus trichophyllus. Sommersa completamente nell’acqua e quasi nascosta agli occhi di chi osserva, si insedia la Groenlandia densa. Simile nell’aspetto è la peste d’acqua, specie esotica alquanto invadente. Questa pianta, originaria dell’America settentrionale, fu introdotta nella seconda metà del secolo scorso. Si diffuse con il contributo degli uccelli acquatici, i quali disseminarono pezzetti di fusto nei diversi specchi d’acqua, favorendone la riproduzione per via agamica.
Andando verso le rive si trovano erbe di notevole altezza, quali la tifa e il pepe d’acqua, così denominato per le sue foglie dal sapore acre e bruciante, il giunco, la felce palustre e alcune specie di carici.
INFO
Sorgenti della Muzzetta
Strada Vicinale del Duca
20090 Rodano MI
Sarcofagi di Rodano
I sarcofagi recuperati dalle cascine di Rodano ed esposti davanti al Municipio a Lucino sono difficili da datare con esattezza, visto che non possono essere messi in relazione con altri resti. Sarcofagi simili, con tetto a doppio spiovente ornato di acroteri, sono solitamente datati al periodo tardoromano (IV – V secolo) – altomedievale (VI-VII). I sarcofagi romani più antichi (inizio della produzione collocabile nel II-III secolo) hanno spesso gli spioventi più ripidi e gli acroteri maggiormente rilevati. Il fatto che il coperchio di Rodano sia piuttosto basso potrebbe farlo ritenere, quindi, di epoca altomedievale (VI-VII secolo). Il ritrovamento a Rodano della croce longobarda potrebbe essere un elemento in più per datare sia la fabbricazione sia l’uso dei sarcofagi intorno ai secoli VI -VII.
In molti casi di simili rinvenimenti, e anche per i ritrovamenti di Rodano, le vasche e il coperchio sono stati usati in età contemporanea o come abbeveratoio o come canaline di scolo, e in essi sono stati praticati fori di scarico; il coperchio ritrovato sembra sia stato sagomato per far scorrere meglio l’acqua.
INFO
I Sarcofagi di Rodano
Via F. Turati, 9
20090 Rodano MI
Museo Scooter & Lambretta
Raccolta privata unica nel suo genere, il Museo presenta la storia dello scooter dai primi anni del Novecento agli anni sessanta con modelli provenienti da tutte le parti del mondo; ogni nazione è rappresentata non solo con esemplari di larga diffusione, ma anche con pezzi unici di grande valore storico.
La sezione dedicata alla Lambretta comprende i più importanti e rari esemplari prodotti dallo stabilimento Innocenti: prototipi e moto da competizione, oltre a modelli sezionati per uso didattico ed esemplari unici da gara; la produzione di serie è rappresentata dalla prima Lambretta del 1947 fino all’ultima prodotta nel 1971.
È possibile consultare l’archivio storico Innocenti, la manualità tecnica, i filmati e la propaganda commerciale. Il Museo rientra nel progetto della Provincia di Milano “Musei d’Impresa”.
INFO
Museo Scooter & Lambretta
Via Kennedy, 38
20090 Rodano MI