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Il Comune di Mediglia è situato a sud-est di Milano ed è compreso tra la riva destra del fiume Lambro e quella sinistra del colatore Addetta. A nord è delimitato dal tracciato della Strada Statale n. 415 Nuova Paullese e ad est dalla Provinciale 39 Cerca.Confina con i Comuni di Peschiera Borromeo, Pantigliate, Settala, Paullo, Tribiano, Colturano, San Giuliano e San Donato.

La superficie dell’intero territorio è di circa 22 kmq ed è completamente pianeggiante. Il territorio è interessato da sorgenti naturali, detti “Fontanili” o “Risorgive”, dovute all’affioramento di falde acquifere sotterranee le quali nel milanese hanno dato vita alle marcite che tanta parte hanno avuto nello sviluppo dell’agricoltura locale.

Le frazioni che compongono il Comune Mediglia sono: Mediglia, Triginto, Robbiano, Mombretto, Bustighera, San Martino Olearo, Vigliano, Bettolino.

Ciò che caratterizza particolarmente il territorio di Mediglia sono le numerose frazioni e cascine i cui caratteri originari sono per la maggior parte molto antichi e pregiati.

Il territorio di Mediglia appartiene in gran parte alla pianura alluvionale: un ambiente omogeneo dove le modificazioni naturali sono estremamente lente e dove il suolo dispone di buone potenzialità agronomiche.

Gran parte del territorio di Mediglia è compreso nell’arco del Parco Agricolo Sud Milano. Tale parco si estende dalla periferia della metropoli fino al cuore della bassa pianura lombarda, interessando tantissimi piccoli centri urbani e semirurali sparsi in un territorio agricolo a tratti ancora intatto e ricco di preesitenze storiche significative.

Le attività agricole occupano l’80% della superficie territoriale. Sono ancora evidenti e diffusi gli elementi che hanno segnato la trasformazione della pianura in un sistema agricolo irriguo altamente produttivo: le cascine, i nuclei rurali, il fitto reticolo idrografico (la superficie irrigua copre circa il 70 % dell’intera superficie territoriale), i fontanili, i filari arborei. Tra le colture agricole prevalgono i seminativi di granoturco, erba, orzo, soia. Rilevante è anche l’estensione di prati permanenti. Notevoli gli allevamenti di bovini e suini.

Il clima è di tipo temperato continentale: inverni freddi, estati calde, forte umidità a causa dei terreni irrigui che rendono afosa l’estate e danno origine a nebbie frequenti e fitte durante l’inverno. Le piogge sono abbondanti in primavera e autunno.

Nella prima metà del secolo XIX° il territorio era suddiviso in sette piccoli comuni: Mediglia, Bustighera, Robbiano, Mercugnano, Vigliano, Gavazzo e Canobbio. Successivamente furono ridotti a tre: Mediglia (che assorbì Robbiano), Bustighera e Mercugnano (che assorbì Gavazzo, Vigliano, Canobbio). Con decreto del 7 gennaio 1868 vennero tutti riuniti nell’unico Comune di Mediglia con sede comunale Triginto.

La popolazione nel 1925 superò i 3.000 abitanti.

Negli anni sessanta-settanta il forte inurbamento legato ai fenomeni di immigrazione portò a un notevole incremento di popolazione.

La storia

La vita degli uomini di questi nostri paesi nel passato era legata alla terra, ai lavori dei campi. I paesi erano formati da poche case che lambivano la strada principale in modo isolato o a “corte”.

Nei paesi e nelle cascine non mancava mai l’osteria. Il centro del paese coincideva quasi sempre con la chiesa o una piccola piazza sulla quale per le circostanze importanti si riuniva la popolazione. Nelle cascine più grandi vi era spesso l’Oratorio come a Vaianello, Canobbio, Saresano, Melegnanello dove alla domenica il sacerdote si recava per celebrare la messa.

Lungo i principali corsi d’acqua si trovavano i mulini; nel settecento se ne contavano ben 15 distribuiti nel territorio comunale. Essi erano indispensabili per l’economia dei nostri paesi in quanto il prodotto della terra andava trasformato in alimento quotidiano (ad esempio il pane). Tipiche delle nostre campagne erano le “Conserve” per mantenere il ghiaccio.

Le Conserve erano delle piramidi di paglia che facevano da cupola al bastione di terra nel quale veniva scavata una profonda fossa intorno al quale alte piante mantenevano d’estate ombra e frescura. Per ottenere il ghiaccio, nei giorni più freddi d’inverno, si allagava un campo su cui si formava un crostone di ghiaccio. Il ghiaccio formatosi veniva rotto a colpi di mazza in modo da ricavarne grossi blocchi che venivano caricati sui carri e trasportati a riempire la ghiacciaia. La grande ghiacciaia di Mediglia risulta essere stata affittata per molti anni all’appaltatore dell’impresa del ghiaccio per la città di Milano.

Un momento importante e caratteristico della vita del nostro paese era la preparazione del pane .Il forno presente in paese o in una grossa cascina veniva usufruito da tutta la comunità e veniva accesso in giorni prestabiliti. A seconda delle esigenze si procedeva a una o più infornate. Ancora oggi si conservano antichi forni, soprattutto nelle cascine, ubicati sempre a debita distanza dai fienili per allontanare il pericolo di incendi.

I ragazzi venivano avviati molto presto al lavoro e l’istruzione si può dire non esistesse, almeno, fin oltre la metà del ‘700, allorché il governo austriaco dell’Imperatrice Maria Teresa avviò l’istituzione delle scuole rurali. A Mediglia, tuttavia, tale istituzione fece la sua comparsa solo all’inizio del ‘800.

Dalla descrizione dei feudi di Mediglia e Triginto del 1752 , risulta che il villaggio di Mediglia era composto di sedici case più altre 23 sparse nella campagna. A Triginto erano solo quattro vicino alla chiesa. Il villaggio di Bustighera, aveva 12 case, Robbiano quindici, Villa Zurli quattro, Canobbio sei, Mercugnano, 2. A San Martino Olearo, vi era solo la chiesa con la casa del parroco e del fittabile, le case più vicine erano dette “La Fabbrica” probabilmente perché di proprietà della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano. Queste si congiungevano alla chiesa tramite una stradina, l’unica via di cui era costituito il paese.