La storia di Gorgonzola ci riporta illustri citazioni, come ad esempio quella del Manzoni nei suoi «Promessi Sposi». Sul motivo perché, nel lungo e periglioso cammino di Renzo tra Milano e Bergamo, lo scrittore faccia l´onore della citazione proprio a Gorgonzola è stato in sede locale variamente dibattuto. Sembra ormai certo però dalle sue note biografiche che Manzoni avesse attraversato e visitato il paese più volte per via di alcuni poderi in suo possesso nella zona, dove soleva passare i periodi di riposo nella sua casa di campagna lontano dalla città.
Gli stessi Beccaria, famiglia della madre di Manzoni, risiedevano spesso nel loro palazzo di campagna non lontano da Gorgonzola. E´ naturale dunque che Gorgonzola per lo scrittore fosse un luogo di passaggio privilegiato, lungo il naviglio della Martesana, o solo per semplice approvvigionamento del ben noto e prelibato «stracchino» locale. Naturale dunque che il suo Renzo Tramaglino trovasse temporaneo ricovero proprio qui, a Gorgonzola.
Gorgonzola viene citata anche durante le Cinque Giornate di Milano nel 1848, come un paese che nell´infervorazione generale non restò con le mani in mano, e sbarrò la strada, per quanto possibile ai popolani, alle truppe di rinforzo del Reggimento Austriaco «Sigismondo». E successivamente, lo stesso paese ospitò per una notte, il 9 giugno 1853, Napoleone III con il suo stato maggiore nel palazzo dei Serbelloni Busca, sulla via per Solferino e la vittoria.
Gorgonzola ha pagato un alto tributo anche a tutte le guerre degli ultimi due secoli: dal 1848, passando per la campagna d´Eritrea del 1896, fino alla Grande Guerra del ´15-´18, per arrivare ai caduti della Seconda Guerra mondiale e ai martiri della Resistenza. In loro nome, ai caduti di tutte le guerre e di tutte le lotte, Gorgonzola ha dedicato, nel 1973, un grande monumento in stile moderno in piazza De Gasperi, in sostituzione di quello eretto dai fascisti in epoca precedente ed abbattuto.
COSA VEDERE
Corte dei Chiosi (o Dei Chiostri)
Tra XII e XIII secolo le località della pieve di Gorgonzola registrarono una rapida e capillare diffusione del nuovo ordine religioso degli Umiliati, impegnati oltre che nella vita comunitaria di preghiera, in attività commerciali e artigianali, tra cui spiccavano la tessitura dei pannilana e, grazie alla disponibilità monetaria, all’attività di prestito, di assistenza economica e riscossione dei tributi.
Fu nella prima metà del Duecento che a Gorgonzola gli Umiliati si insediarono nella Corte dei Chiosi, dotandosi di un oratorio che evolverà nella chiesetta di San Pietro.
Del convento resta soltanto la facciata in cotto e sassi di fiume, con un porticato di quattro archi ogivali su pilastri, con piedritto in pietra e due finestre a sesto acuto entrando nella corte al numero 12 dell´attuale via Piave. L’interno, che ha perduto la soletta che divideva i due piani, mostra ancora le capriate di copertura originali. A sinistra, un altro edificio disposto perpendicolarmente denota un ampliamento cinquecentesco del convento: è caratterizzato da un porticato ad archi a tutto sesto in mattoni, ora purtroppo murato.
L´ordine degli Umiliati venne soppresso il 23 luglio 1568 su ordine di papa Pio V e da allora il convento ha subito varie trasformazioni fino ad essere ridotto allo stato attuale: la sua proprietà comunque è privata. Come ricordo della presenza degli Umiliati fino al 1800 esisteva la Fiera di Sant´Erasmo che serviva a commercializzare il lino prodotto nelle nostre zone a seguito della produzione e commercializzazione dei filati, dovuta appunto agli Umiliati.
INFO
Corte dei Chiosi (o Dei Chiostri)
Ospedale Serbelloni
Ispirato alla villa reale di Milano, progettata dal Pollack nel 1790, rappresenta un esempio di architettura tardo neoclassica. Il complesso è improntato ad una rigida simmetria, con il maestoso ingresso ispirato alle porte cittadine.
La lunga infermeria al primo piano, divisa in due dalla cappella centrale, con i ballatoi in alto per l’apertura delle finestre, riprende la struttura di due ospedali romani costruiti per volere dei papi: l’Ospedale di Santo Spirito in Sassia, voluto da Sisto IV nel 1471 e quello di San Gallicano di F. Raguzzini, realizzato tra il 1724 ed il 1726 per volere di Benedetto XIII.
Elementi di modernità introdotti dal Moraglia a Gorgonzola sono i soffitti dei portici, a “volterrane” in laterizio e profilati metallici e la lanterna in vetro della cupola.
Il cromatismo è dato dall’alternanza dei materiali: granito rosa, pietra arenaria, granito bianco, puddinga, beola, cotto. Il materiale edilizio era trasportato per via d’acqua fin da Baveno.
I materiali di pregio vengono sostituiti nel corso del procedere dei lavori con materiali più scadenti, nel tentativo di contenere gli ingenti costi di costruzione.
All’inizio del XIX secolo le condizioni di vita degli abitanti del mandamento di Gorgonzola, composto da 22 comuni, sono molto precarie: la maggior parte sono contadini, non proprietari dei fondi che coltivano, malnutriti, abitanti in miseri ed insalubri alloggi.
Tisi, rachitismo, pellagra, colera, gastrenteriti sono in continuo aumento.
La creazione di un luogo di ricovero e cura per poveri, indigenti ed infetti è dunque una priorità assoluta per evitare la decimazione della forza lavoro, alla quale rispondono i detentori del potere economico, ossia le poche famiglie nobili o borghesi che detengono gran parte del capitale.
A Gorgonzola questo ruolo è svolto dalla famiglia Serbelloni, che detiene il feudo dal 1689, subentrando ai Trivulzio.
INFO
Ospedale Serbelloni
Via Vincenzo Bellini, 5
20064 Gorgonzola MI
Palazzo Freganeschi-Pirola
Il palazzo Freganeschi Pirola sorge nella zona centrale del Comune di Gorgonzola (MI) in prossimità del Naviglio Martesana. Difficile datare con esattezza l’edificio.
La costruzione del naviglio nel 1457 e la successiva attivazione, prima per scopi irrigui, poi come via di comunicazione e di trasporto, portò a Gorgonzola una prosperità mai conosciuta prima ed attirò molte famiglie nobili che presero a Gorgonzola la loro residenza secondaria, tra i quali anche la famiglia Freganeschi, nobile famiglia tedesca trapiantata a Cremona. Certo è che nel 1722, data di stesura del primo catasto asburgico, i Freganeschi possedevano a Gorgonzola, oltre al palazzo e al giardino, diverse proprietà terriere.
Successivamente, nel 1859 l’edificio appartenne alla nobildonna Maria Bianchi di Sambrunico per poi passare di proprietà all’inizio del XX sec., alla famiglia Pirola. Negli ultimi decenni il nobile edificio è stato frazionato in varie proprietà. Infine nel 2002 il palazzo è stato posto sotto tutela ministeriale;
A seguito della vasta campagna d’indagini stratigrafiche effettuate nel 2004 ed all’approvazione del progetto di restauro da parte delle Soprintendenze ai beni ambientali /architettonici ed artistici di Milano, l’impresa di restauro di Paola Villa è stata incaricata dall’impresa Luigi Cividini di Dalmine, proprietaria dell’immobile di occuparsi degli interventi di recupero dei dipinti murali e dei soffitti a cassettoni decorati, in stato di grave abbandono. L’intervento iniziato nei primi mesi del 2009 ha dando risultati sorprendenti, quali la riscoperta di apparati decorativi nascosti da numerosi strati d’imbiancature ormai dati per perduti.
L’edificio attuale si sviluppa in altezza su tre piani compreso il piano terra. L’attuale aspetto neoclassico del palazzo è fortemente caratterizzato dal portico d’ingresso (pronao), eccentrico rispetto alla facciata e retto da quattro colonne in granito sorrette da una semplice trabeazione e sormontato da un timpano triangolare.
Il piano terra del palazzo è ora di proprietà comunale. Ampio e spazioso, il piano terra di Palazzo Freganeschi Pirola è composto da 6 sale per un totale di 450 mq.
INFO
Palazzo Freganeschi-Pirola
Piazza della Repubblica, 1
20064 Gorgonzola MI
Parrocchia SS. Protaso e Gervaso
Dell´angusta chiesetta paleo-cristiana dedicata ai SS. MM. Protaso e Gervaso purtroppo pochissimo è oggi conservato. Sono ancora visibili capitelli e motivi decorativi scolpiti nella pietra nel muro divisorio che conduceva, per alcuni, alla casa parrocchiale, per altri a un chiostro (che peraltro non è stato mai scoperto). La paleo-chiesa, eretta nel VIII secolo, si trovava adiacente all´attuale area del Sagrato, ovvero del cimitero. Gli scavi hanno rinvenuto nell´area i resti della chiesa demolita, e la probabile presenza di un castello medievale. Il castello, costruito in posizione di naturale difesa e forse circondato da un ampio fossato, dava sull´attuale via Serbelloni ed era attiguo al sagrato.
La chiesa che oggi è arrivata fino a noi inizia la sua storia nei primi anni del 1800, dopo numerose richieste da parte dell´autorità civile e religiosa. La prima pietra viene posata il 1 giugno 1806, alla presenza della marchesa Antonietta, unica figlia del duca Serbelloni. Il progetto, opera dell´architetto ticinese Simone Cantoni (1739-1818), vede la luce il 22 ottobre del 1820, dopo una lunga serie di complicazioni strutturali, e con la solenne consacrazione della chiesa.
La semplicità interna, ad una sola navata a croce latina, la sua ardita cupola con le 40 colonne addossate alle pareti e le quattro isolate a sostenere la volta del coro, ne fanno certamente un monumento notevole. L´interno della chiesa si presenta con una pregevole volta dell´abside a rosoni rinascimentali, che sormonta l´altare maggiore di marmo, e il tempietto che si appoggia a sei colonne d´ordine corinzio elevando in sommità il «Salvatore», scultura modellata in legno dorato. Completano l´altare il tabernacolo con porta bronzea che rappresenta la «Visione di Elia»; spiccano anche ad incorniciare l´altare due angeli in marmo di Carrara. L´interno della volta contiene poi quattro cappelle con altrettanti altari dedicati ad altri Santi venerati dai gorgonzolesi. Degno di nota è sicuramente un ritratto oleografico, di autore ignoto, raffigurante San Carlo Borromeo in preghiera, datato approssimativamente attorno al XVI secolo. Di epoca posteriore è invece il dipinto della Madonna Addolorata, che come il primo è esposto nella sagrestia della chiesa.
Il campanile della chiesa risale a pochi anni dopo la consacrazione della chiesa stessa, dopo numerosi pressioni e lasciti cospicui da parte di ricchi possidenti alla fabbriceria locale: riconoscendo ormai la centralità del comune e della pieve gorgonzolese, le autorità ecclesiastiche e quelle civili si impegnarono a concentrare gli sforzi per abbellire il tempio. È in questo modo che nel 1848 si arriva alla costruzione della torre campanaria, per opera dell´architetto Giacomo Muraglia (1791-1861), lo stesso che curò l´ultimazione della chiesa e i lavori dell´Ospedale.
INFO
Parrocchia SS. Protaso e Gervaso
Piazza della Chiesa, 1
20064 Gorgonzola MI
Santuario Madonna dell’Aiuto
Il santuario è l’edificio religioso più antico di Gorgonzola, probabilmente costruito nel Duecento come cappella del vicino convento degli Umiliati (se ne conservano alcune arcate nell’adiacente corte “dei Chiosi” di via Piave 12). Dopo la soppressione degli Umiliati, la chiesetta (denominata “oratorio di San Pietro”) diventò sede della Confraternita dei Disciplini, che nel 1767 sostituirono il precedente altare ligneo con l’attuale.
Alla fine del Settecento il complesso di edifici fu incamerato dal governo asburgico e quando, nel 1821, l’immobile fu messo all’asta, l’acquirente, il gorgonzolese Agostino Massara, dovette sottostare alla clausola che prevedeva la donazione dell’oratorio alla municipalità, con l’obbligo della riapertura al culto.
Mentre la piazzetta antistante conserva ancora l’antico nome di San Pietro, la chiesa nel corso del Novecento ha assunto la denominazione di santuario della Madonna dell’Aiuto a causa della crescente devozione popolare all’immagine della Madonna col Bambino. Quel dipinto seicentesco fu commissionato e donato alla comunità da Francesco Maria Abbiati, nativo di Gorgonzola e importante vescovo di Bobbio, località dove promosse l’edificazione del celebre santuario dedicato alla Madonna dell’Aiuto. Il dipinto gorgonzolese è una riproduzione dell’immagine mariana di Bobbio, che nel 1611 fu protagonista di un evento miracoloso.
Inizialmente il quadro voluto dal vescovo Abbiati fu posizionato a lato dell’altare, ma nel 1911 – in occasione del terzo centenario del miracolo di Bobbio – se ne decise il trasferimento sull’altare del santuario e da allora la devozione è andata crescendo nei gorgonzolesi: ne sono testimonianza i moltissimi ex voto, solo alcuni dei quali esposti dietro l’altare.
La chiesa, di proprietà comunale e affidata alla gestione delle due parrocchie cittadine, è stata completamente restaurata tra 1984 e 1986 grazie alla raccolta fondi e al coordinamento promossi dall’Associazione Amici del Santuario, appositamente costituita.
INFO
Santuario Madonna dell’Aiuto
Piazza della Chiesa, 1
20064 Gorgonzola MI
https://www.chiesadigorgonzola.it/
Torretta del Parco
La villa Serbelloni, residenza di campagna di una delle più illustri famiglie milanesi divenuta nel 1691 feudataria di Gorgonzola, è caratterizzata da una torre quadrangolare alta 25 metri circa, che si trova nello spigolo sud est dell’edificio padronale.
La torre, nata a scopo di segnalazione e di controllo del territorio, diventò nel corso dei secoli ornamento di dimore nobili e simbolo di potere: questa di Gorgonzola, realizzata a scopo difensivo, venne sopraelevata all’inizio dell’Ottocento dall’ultima erede Serbelloni, la marchesa Luigia Busca. Da lì si dominava tutto il feudo della famiglia
INFO
Torretta del Parco
Via Giuseppe Parini, 48
20064 Gorgonzola MI