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Citata nei documenti fin dal IX secolo, Carpiano deriverebbe il toponimo, che alcuni ritengono di origini romane, dal carpino, ossia dalla pianta un tempo molto diffusa nella zona. La sua storia ha seguito quella del resto della Lombardia che, dopo le invasioni barbariche, nel XII secolo fu al centro delle lotte per l’affermazione delle autonomie comunali contro l’egemonia imperiale.

Proprietari di queste terre furono i Pusterla i quali, verso la metà del XIV secolo, si videro confiscare i beni dai Visconti.

Sul finire del Trecento il feudo fu donato da Galeazzo Visconti ai frati certosini, cui aveva affidato la costruzione della Certosa di Pavia e che, preso possesso del locale castello, amministrarono le terre circostanti, incentivando le attività agricole, grazie alla realizzazione di un importante sistema di irrigazione, ancora oggi fondamentale.

La presenza dei certosini a Carpiano cessa sul finire del 1700, quando l’ordine fu sciolto per disposizione dell’Imperatore.

Dopo aver assorbito, nel 1860, gli allora autonomi comuni di Arcagnago e Zunico, il Comune di Carpiano ha partecipato attivamente alle guerre d’Indipendenza e alla lotta per la liberazione del 1945.L’imperioso sviluppo urbanistico dei nei primissimi anni 2000 (che ha visto passare la popolazione dai 2.000 abitanti degli anni ’90 ai quasi 4.000 attuali) ha cambiato in modo significativo la struttura urbana di Carpiano.

Carpiano è pienamente inserita nel Parco Agricolo Sud Milano e ha legato a lungo la sua storia all’agricoltura come principale attività economica e lavorativa del territorio. Attualmente l’agricoltura conserva un ruolo importante e caratteristico ma, come in tutto il Sud Milano, l’economia carpianese si fonda sul terziario e sulla vicinanza alla Città di Milano, collocandosi al confine sud della sua area metropolitana.

COSA VEDERE

Castello di Carpiano

La storia del castello di Carpiano iniziò nel 1549 quando i suoi abitanti, i Padri Certosini, ricostruirono la struttura, che nella forma originaria risaliva al XIV secolo; la struttura era appartenuta in precedenza alla famiglia Pusterla di Milano e ai Visconti, che la donarono ai Padri Certosini della Certosa di Pavia insieme ai fondi agricoli di Carpiano.

Con la ristrutturazione promossa dai Certosini il castello fortificato di Carpiano divenne una grangia-castello, dalla forma rettangolare con quattro torri angolari (oggi ne sono visibili tre).

Con l’annessione del Ducato di Milano all’Impero Austro-Ungarico e il successivo scioglimento degli ordini religiosi, nel 1782 il castello e i suoi territori vennero donati dall’imperatore Giuseppe II d’Asburgo-Lorena al barone Giovanni Alessandro Brambilla, generale e chirurgo pavese alla corte imperiale; nel 1859, vennero venduti al conte Giacomo Mellerio. Alla sua morte i suoi beni, compreso il castello e i suoi territori, vennero lasciati all’Onorevole congregazione del legato Pio Mellerio, divenuta poi Onorevole congregazione di Carità, in seguito E.C.A., II.PP.A.B e oggi ASP Golgi-Redaelli, ente proprietario della struttura.

Sul fianco della torre di sud-ovest si trova una loggetta creata con piccole colonne tortili provenienti dalla Certosa di Pavia e pareti ancora oggi affrescate.

L’entrata al castello, una volta completamente affrescata con la figura della Vergine, della Certosa di Pavia, di rose del Carmelo e di gigli della convalle, è una pseudotorre più bassa delle altre torri, un tempo dotata di ponte levatoio sul fossato che circondava il castello. Nell’entrata si trovava la porta che conduceva alla foresteria, da un lato, e dall’altro le scale che conducevano alle sale del piano superiore.

Opposte alle sale si trovavano le stalle. Sul lato corto si trovavano le sale del refettorio, il chiostro, il passaggio a volta e l’oratorio dedicato a San Brunone (protettore e fondatore dell’Ordine Certosino) consacrato nel 1645, ambienti un tempo riccamente affrescati.

Tutte le decorazioni in marmo (provenienti dalla Certosa di Pavia) e gli affreschi presentano la scritta GRA CAR (visibile anche nella chiesa) che significa GRAtiarum CARthusia. Ancora oggi sono visibili e ben conservate delle sale particolari al piano terreno come la ghiacciaia con copertura a cupola, sale con copertura voltate a crociera. Le sale del piano superiore sono dipinte con colori bianco e rosa e tutte dotate di grandi camini visibili anche all’esterno grazie ai comignoli di gusto quattrocentesco sul prospetto sud.

INFO
Castello di Carpiano
Via Torchio
20080 Carpiano MI

Chiesa di S. Martino vescovo

La chiesa di San Martino Vescovo è un luogo di culto cattolico di Carpiano, risalente al XIV secolo e quasi interamente ricostruita nel XV secolo nelle forme attuali.

La facciata in cotto, con parte centrale più alta delle laterali, è decorata con salienti e sormontata da cinque pinnacoli in mattoni decorati da una croce in ferro. Alla facciata venne successivamente aggiunto il protiro a pianta quadrata, con colonne tortili in marmo di Candoglia che sostengono una copertura a falde con intradosso a semisfera. Il protiro è sormontato da una piccola statua della Vergine, in origine collocata sull’altare campionese posto all’interno della chiesa.

L’esterno fu decorato con opere marmoree provenienti dalla Certosa di Pavia.

L’interno è suddiviso in tre navate, con la navata centrale più alta delle laterali ed era in origine decorato con affreschi oggi quasi interamente scomparsi. Conserva un Crocifisso ligneo settecentesco, un affresco con la Madonna con il Bambino alle spalle dell’altar maggiore, attribuito a Bernardino Luini. Altari secondari e arredi sono stati donati dalle famiglie cittadine.

Tra il 1520 e il 1550 venne trasportato l’altare maggiore trecentesco della Certosa di Pavia, realizzato dai maestri campionesi: gli elementi del ciborio vennero utilizzati nel protiro esterno, in quanto troppo grande per essere collocato all’interno. L’altare è costituito da otto lastre marmoree decorate con altorilievi raffiguranti la Vita della Vergine secondo i vangeli apocrifi: Gioachino che vede respinte le proprie offerte al tempio, Assunzione della buona novella a Gioachino e Incontro di Sant’Anna sul fronte, La nascita di Maria sul fianco destro, L’incoronazione della Vergine sul lato sinistro, La presentazione al tempio, Lo sposalizio della Vergine e la Morte della Vergine la lato posteriore. In epoca barocca vi venne aggiunta una sovrastruttura marmorea decorata visibile tuttora

Alle spalle dell’altar maggiore si conserva un grande coro ligneo da poco restaurato.

In epoca successiva vennero costruite due nuove cappelle laterali adibite a battistero e cappella del Crocifisso, e fu rialzato il campanile con la creazione, nel 1845, della nuova cella campanaria. Nel 1936 vennero sostituite tutte le cinque campane e la campana maggiore fu dedicata ai caduti della guerra d’Africa del 1935-1936.

INFO
Chiesa di S. Martino vescovo
Piazza Colonna, 1
20080 Carpiano MI
Tel. 02 9885 5440

Cascina Zunico

La cascina Zunico è una cascina posta nel territorio comunale di Carpiano a nordovest del centro abitato, verso Locate Triulzi, e dista un paio di chilometri dalla sede municipale.

Zunico è una piccola località di antica origine, da sempre legata al territorio milanese. La comunità apparteneva alla Pieve di San Giuliano, e confinava con Videserto e Viboldone a nord, Mezzano ad est, Carpiano a sud, e Locate Triulzi ad ovest. Al censimento del 1751 la località fece registrare 120 residenti.

In età napoleonica, nel 1805, la popolazione era salita a 339 unità, e ancor più se ne conteggiarono 527 nel 1809 dopo aver incorporato Videserto. Nel 1811 la località visse poi la sua prima esperienza di annessione al Comune di Carpiano sulla base di un decreto reale, anche se in seguito all’istituzione del Regno Lombardo-Veneto tale unificazione venne annullata. Una discreta crescita demografica portò poi nel 1853 a conteggiare 418 residenti.

Il Comune di Zunico passò poi come tale sotto il nuovo governo italiano, ma subito fu presentata la proposta di riproporre l’antico modello napoleonico considerato più razionale. Il relativo progetto di legge fu approvato dal parlamento italiano e sanzionato dal re il 20 febbraio 1862, anche se la sua attuazione sulla Gazzetta Ufficiale fu posticipata fino all’11 dicembre per non frazionare il bilancio, divenendo effettiva dal 1º gennaio 1863.

[Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.]

Cascina Arcagnago

La cascina Arcagnago è situata nell’estremo sud-est del territorio di Carpiano, in una zona agricola formata anche dal territorio del comune di Locate di Triulzi. A sud del complesso passa la trafficata strada provinciale 40 (Binasco-Melegnano), mentre nelle immediate vicinanze si trova la strada statale della Val Tidone (SS 412).

L’impianto del complesso non è immediatamente leggibile perchè gli edifici che lo compongono attualmente si trovano lungo i due lati della strada che attraversa l’aggregato rurale. La casa padronale, e alcuni portici sono raccolti intorno a una piccola corte mentre le stalle delle manze e quella dei cavalli e alcuni portici si trovano all’esterno, oltre la strada. Tale disposizione è l’esito di varie trasformazioni succedutesi nel tempo. A lato della corte se ne trova una seconda più recente (prima metà del XX secolo) formata dalle abitazioni coloniche e dai rustici dei coloni. La casa padronale, ottocentesca con l’aspetto più di una villa, ingloba probabilmente in parte il vecchio granaio, a ridosso dell’andito d’ingresso alla corte. La villa, di due piani con camini e solai lignei, si affaccia su un piccolo giardino.

Già di proprietà dei Marchesi Lasso di Castiglia e, successivamente, dei marchesi Corio, del Collegio Elvetico e dell’Ospedale Maggiore di Milano, il complesso della cascina corrisponde storicamente a parte del nucleo abitato di Arcagnago che, insieme a Gnignano, risulta collocato nella pieve di San Giuliano fin dalla metà del Trecento.

Nella mappa del Catasto Teresiano (1722) è dominante, al centro dell’abitato, la casa padronale dei Corio, con tipologia a corte, con il grande giardino annesso, intorno ai quali si organizzano le abitazioni per i fittabili e i pigionanti, con annessi i cortili e gli orti, un oratorio privato, i portici, le stalle con fienili e i porcili.

Parte dell’area su cui insistono attualmente gli edifici della cascina è descritta nella “Consegna della Posesione dell Collegio Alvetticho di Milanno” (Archivio Storico Ospedale Maggiore, 1785), stilata per conto del Rettore del Collegio Elvetico di Milano, in cui viene descritto il “Caseggiato, con Corte ed Orti”, al mappale 107. Costituita da un unico edificio ad L collocato attorno ad una corte, la “Possessione” (cascina) accoglieva “Case per Abbittazione del Fittabile, e Pigionanti”, una “Stalla ad uso delle Bestie bovine” con superiore fienile, due stalle terrene, un “Portico d’Aja”, due porcili e un vasto orto. L’edificio, parzialmente demolito prima del 1854, era ancora presente nel 1901.

La demolizione totale del fabbricato ha permesso, in anni recenti, di costruire la stalla grande, che occupa l’area centrale dell’abitato.A prima del 1854 risale la casa padronale posta a sud-ovest dell’abitato, costruita a seguito della demolizione di un fabbricato più antico. Ad essa si sono affiancati le case coloniche e l’edificio di servizio rientranti nel piano di riassetto attuato negli anni Trenta nei poderi dell’Ospedale Maggiore di Milano e sovrainteso da Cesare Chiodi.

[lombardiabeniculturali.it]

INFO
Cascina Arcagnago
Cascina Arcagnago 3
20074 Carpiano MI