Lo storico e geografo domenicano Leandro Alberti (1479-1553) nella sua Descrizione di tutta l’Italia,la più importante opera geografica sulla penisola del XVI secolo,stampata nel 1550, chiamò Binasco “borgata fortificata graziosa e popolosa” e tramandò che il giureconsulto Andrea Alciati (1492-1550), che possedeva nel paese una magnifica villa, era solito chiamare in lingua latina il borgo ad Bacinas “ai catini”, utilizzando il sostantivo di derivazione Gallo-ramanza Baccinum, “vaso recipiente”, perché spesso alcuni allevamenti del territorio venivano invasi dalle piene dei numerosi corsi d’acqua che lo attraversavano. Nel 1565, Bernardo Sacco scrisse che anticamente il villaggio fu così chiamato poiché era punto di fusione tra i confini dei territori di Milano e di Pavia, separati dall’alveo del Ticinello.
Binasco, borgo di confine diviso dal fossatum (Ticinello) scavato dai milanesi nel XII secolo, fu considerato per tutto il Medioevo “terra di mezzo”. Francesco Cherubini sostenne che vèss a Binasch si diceva a Milano per indicare l'”essere a mezzo di una cosa; essere a mezza strada”. Lo stesso tema del toponimo sembrava indicare il numero due, la duplicità del borgo, tagliato dal Ticinello, dal quale si originava la fitta rete di rogge e cavi per l’irrigazione della fertile terra.
Tuttavia, questa rete capillare di raccolta e convogliamento idrico a volte non era sufficiente a contenere l’ingrossamento delle acque che, straripando, si versano nella bacinas , o “valli” risparmiando le insulaee o i montes, cioè i dossi. Attualmente, però, i più accreditati studiosi di toponomastica ritengono che Binasco derivi il proprio nome da bina, che nella lingua locale più antica significava “riparo, palafitta, chiusa”, con un nuovo riferimento all’abbondanza delle acque ed alla convivenza con esse da parte dei primi abitanti del territorio.
Il Ticinello fu elemento ecologico rilevante per la storia del territorio Binaschino e dei suoi antichissimi insediamenti. Il corso superiore di questo canale, così come lo conosciamo, fu derivato nel Medioevo dalla riva sinistra del Ticino e condotto lungo il confine del territorio milanese da Rosate e Vigonzone e, attraverso Binasco, per Villa Maggiore, Siziano, Campo Morto e Cavagnera, con lo scopo di difendere Milano dalle incursioni degli eserciti imperiali e dei Pavesi.
Tracce di una grande storia
A cura di Alberto M. Cuomo
Binasco è un paese situato tra Milano e Pavia. Sul territorio del paese erano presenti nel passato molti pascoli. Il suo castello, in stile gotico è stato sede della signoria austro-spagnola, feudo dei Castaldo, dei Mendoza, dei Biumi e Recalcati; ma soprattutto vide la dominazione Viscontea, in particolare di Filippo Maria Visconti, che pare l’avesse ricevuto in feudo da Gian Galeazzo Visconti. In questa fortezza Beatrice di Lascaris, contessa di Tenda, vedova di Facino Cane, passata a seconde nozze con Filippo Maria, che da lui ebbe morte la notte dal 13 al 14 settembre 1418, vittima innocente, come ella si proclamò fino all’ultimo istante. Sposa infelice, non valsero a salvarle la testa dalla scure gli estesi domini, eserciti poderosi portati in dote, il potere, contro la passione del duca per Agnese del Maino, il quale volle la sua morte assieme al paggio Michele Orombello.
Altri ricordi da quelle mura, nel corso della Prima campagna d’Italia di Napoleone Bonaparte, il 24/25 maggio 1796 Binasco venne bruciata e saccheggiata, dalle truppe napoleoniche per ordine del Capo Brigata Lannes. I francesi vollero punire il paese per l’assembramento di rivoltosi e per l’uccisione di alcuni soldati francesi in avanscoperta, durante il passaggio dell’armata napoleonica, che si recava a Pavia per sedare la Rivolta di quel luogo, fomentata da cospiratori dell’Austria. Per rappresaglia vennero trucidate circa 200 persone tra la popolazione. Il pittore Giuseppe Pietro Bagetti al seguito documentò il fatto con disegni e dipinti. Binasco subì in passato altri saccheggi analoghi dai francesi, durante la guerra franco-spagnola (1648-1659).
Nell’estate 1658 le campagne di Binasco furono devastate dalle scorrerie dell’esercito francese di Francesco I d’Este (1610-1658), duca di Modena e nell’estate dell’anno seguente da quello del duca e maresciallo di Francia “Navailles”, Philippe de Montault de Bénac (1619-1684). Queste notizie sono riportate nel Registro amministrativo parrocchiale di Binasco degli anni dal 1656 al 1662, redatto nel periodo vacante dopo la morte del parroco Pietro Francesco Stefanone in data 30 novembre 1655. Durante la dominazione austriaca, per due volte il comune fu spostato in provincia di Pavia: la prima durante il breve regno dell’imperatore Giuseppe II, la seconda e più lunga durante tutta l’esistenza del Regno Lombardo-Veneto. Nel 1965 vi venne aggregata la frazione di Badile, già parte del comune di Zibido San Giacomo.
da Wikipedia
COSA VEDERE
Castello Visconteo
Il Castello Visconteo del comune di Binasco è un monumento storico-artistico edificato nel 1300. Il nucleo originario della fortificazione fu eretto a protezione della città di Milano, temendo le incursioni dei nemici.
Il Castello presenta il tipico aspetto dei castelli viscontei di pianura. Ha pianta quadrangolare allungata con alte mura merlate in laterizi a vista che cingono una ampia corte centrale, ed era protetto da forse quattro alte torri angolari quadrate (oggi ne rimangono solo due, oppure si stima che l’edificio possa essere rimasto incompiuto), nonchè circondato da un ampio fossato, oggi riempito. Il cortile presenta un porticato ed una loggia, probabilmente di epoca più tarda.
Nell’angolo nord-ovest si possono vedere i resti della torre distrutta, mentre all’angolo opposto si trova attualmente l’unica torre superstite. Il lato est è quello più visitato e interessante: si possono vedere le bifore e le merlature antiche e, al di sopra dell’ingresso originario, il simbolo del biscione visconteo.
Una curiosità, il Castello Visconteo di Binasco è conosciuto per una tragedia che si consumò tra le sue mura: Beatrice Tenda, sposa in seconde nozze a Filippo Maria Visconti, fu ingiustamente accusata di adulterio, condannata a morte e decapitata.
INFO
Castello Visconteo
Via G. Matteotti, 135
20082 Binasco MI
servizisociali@comune.cusago.mi.it
prolocobinasco@gmail.com
ORARI D’ APERTURA
Ingresso principale
Lunedi’, Martedi’, Mercoledi’, Giovedi’ 8:30-12:00
Mercoledi’ 17:00-18:00
Venerdi’ 8:30-14:00
Sabato chiuso
Domenica su prenotazione
Biblioteca nel castello (ingresso indipendente)
Lunedi’ 16:00-19:00
Mercoledi’, Venerdi’ 15:00-19:00
Martedi’, Giovedi’, Sabato 9:00-12:00
Ingresso gratuito
MUMAC – Museo delle macchine da Caffè
MUMAC, museo della macchina per caffè di Gruppo Cimbali, è un luogo unico che racconta oltre 100 anni di storia, tecnologia, design e stile italiano di un intero settore, è uno spazio per la formazione e la diffusione della cultura del caffè espresso ed è centro di una raccolta del sapere inerente il mondo del caffè.
Inaugurato nel 2012 per testimoniare il valore dell’azienda nella storia e la riconoscenza nei confronti del territorio.MUMAC è situato a Binasco, nelle immediate vicinanze di Milano, all’interno del quartier generale dell’azienda ed è il primo museo interamente dedicato alle macchine per caffè professionali.
MUMAC ha come obiettivo il diffondere la conoscenza della storia e dell’evoluzione delle macchine per caffè espresso professionali, il raccontare il cammino del gruppo, e il comprendere e diffondere la cultura del caffè attraverso corsi di formazione, degustazioni, iniziative ed eventi culturali aperti a coffee specialist, coffee lovers, scuole, università e famiglie.
MUMAC è composto dal Museo della Macchina per Caffè e da MUMAC Academy.
INFO
MUMAC – Museo delle macchine da Caffè
Via Pablo Neruda 220082 Binasco MI
www.mumac.it
Tel: +39 02 900491 +39 02 90049362
mumac@gruppocimbali.com