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La piazza
La piazza risale all’anno 1819 e gli elementi significativi che si possono sottolineare sono che la progettata e realizzata piazza era di ben quattro pertiche e mezza e i suoi confini erano naturali: il sagrato della chiesa, il caseggiato del Torchio, la corte dei Pigionanti, la peschiera. La superficie fu orizzontata e conservata a tappeto erboso e furono piantati anche alberi.
Della piazza non si hanno più notizie fino al secondo decennio dell’attuale secolo, quando si vollero ricordare i caduti della patria (in special modo quelli della guerra 1915/1918).
Il nome della piazza dal 1819 mutò ben tre volte. Fu “Piazza Confalonieri”, anche se in realtà non c’è nessun documento che ne confermi la denominazione. In seguito divenne “Piazza Barinetti” quando il palazzo e parte del fondo passarono a Enrico Barinetti, e tale nome rimase fino al 1931, anno in cui il Potestà A. Ronchi, vista la circolare prefettizia del 29/07/1931 nella quale si invitava a denominare “Via Roma” una via principale del paese, decise di cambiarle nome. Visto quindi che in occasione del VII censimento le vie del paese vennero denominate con nomi gloriosi di persone del Risorgimento italiano, deliberò, di cambiare la denominazione di “Piazza Barinetti” in “Piazza Roma” e così rimase.
La pesa pubblica
Come succede in molti Comuni rurali, come quello di Zelo Surrigone, dove si traggono i mezzi di vita unicamente dai prodotti agricoli, è stato di pubblico interesse posizionare una pesa pubblica, dove ogni produttore poteva verificare l’entità della merce con economia di tempo e spesa di trasporto. Fu così quindi che Zelo Surrigone si trovò appunto nelle condizioni di avere bisogno sul posto di un peso a ponte e nel 1922 si decise di collocare il meccanismo sul terreno in posizione intermedia fra gli uffici comunali e l’angolo del sagrato, quindi in pieno centro abitato.
La pesa a ponte era della portata di 8.000 Kg, con coperchio in legno della larghezza di metri 2 e lunga metri 3 con colonna in ferro e doppie aste. La posizione scelta però non fu di buon gradimento e nel 1928, quando fu sistemata la piazza, venne rimossa e addossata al fabbricato lungo il lato di ponente costruendovi il riparo in muratura. Quest’ultimo fu demolito nell’anno 1986.
La sede comunale
La sede comunale fino all’anno 1923 era situata presumibilmente nel palazzo (ora Palazzo Semira) e le riunioni insieme all’archivio erano allestiti nella sala grande.
In un prezioso documento del 1751 si evince che la nostra comunità era amministrata da un console e quattro sindaci. Il cancelliere teneva poi la registrazione delle esazioni e l’archivio. Le suddette cariche erano rinnovate ogni anno a ottobre precedendosi l’avviso con banditore e tocco di campana.
Dopo l’Unità d’Italia (1860) la struttura delle cariche pubbliche divenne in linea di massima quella che ancora oggi abbiamo. Succeduta l’amministrazione fascista, prima cura fu di trasferire la sede comunale nel fabbricato allora usato come scuola maschile e femminile, ma la struttura interna, nonché i servizi, erano piuttosto fatiscenti e pertanto fu deciso di provvedere alla necessaria ristrutturazione. Il progetto fu presentato nel 1928 e i lavori iniziarono il 15 ottobre di quell’anno e il nuovo Ufficio Comunale fu aperto al pubblico il 15 aprile 1929.
Il cimitero
Fino all’anno 1752 il cimitero si trovava davanti all’ingresso della chiesa, come succedeva in tutti i paesi con chiesa parrocchiale, ma visto che il muro che cingeva il cimitero minacciava di cadere, si tenne consiglio per cercare di ubicare altrove il nuovo cimitero.
Il parroco di allora Don Pietro Beltramini rivolse un’istanza dove chiedeva il rifacimento del cimitero e il posizionamento dello stesso di fianco alla chiesa parrocchiale. I lavori iniziarono nel maggio del 1753 e consistettero nella costruzione di un ossario con relativa cinta dalla quale si poteva accedere al sagrato tramite due piccole porte.
Dopo il 1857 il cimitero fu trasferito in altro loco e il terreno adibito ad uso funebre e l’unita cappella passarono come bene comunale. Nel 1897 iniziò la costruzione della nuova chiesa parrocchiale la quale prevedeva di occupare anche parte del terreno del vecchio cimitero, e in seguito a controversie la cappella, parte del terreno e il sagrato ritornarono ad essere proprietà della chiesa parrocchiale.
Il nuovo cimitero fu costruito solo dopo il 1857 e, dopo opportune indagini e ispezioni, si decise di fabbricarlo nel fondo chiamato Vignazzo posto in fregio alla strada comunale che da Zelo Surrigone mette a Gudo Visconti.
Nel 1908/1910 ci fu il primo progetto di ampliamento del cimitero.
Nel 1934/1936 ci fu il secondo ampliamento.